Fra 35 anni gli oceani potrebbero contenere più bottiglie di plastica che pesci.
Un vero e proprio campanello d’allarme quello lanciato dallo studio pubblicato sul World Economic Forum insieme alla fondazione Ellen MacArthur, secondo cui circa il 32% degli oggetti di plastica a livello globale sfugge ai sistemi di raccolta e viene abbandonata in natura.
Questi, raggruppandosi, creano enormi isole di plastica.
Gli scienziati calcolano che dal 2050 nei mari verrà riversata ogni minuto una quantità di plastica pari a quella trasportata da quattro camion colmi di spazzatura.
Di conseguenza un’altra ricerca del London Imperial College ha rivelato che una percentuale del 99% degli uccelli marini, avrà nel proprio corpo degli oggetti in plastica provocandone la morte.

Ogni anno si riversano otto milioni di tonnellate di plastica nei mari che aumentano il numero e la grandezza delle isole di plastica. ”Il problema più urgente da risolvere è quello che riguarda l’inquinamento provocato dagli oggetti di plastica monouso, i quali non vengono riciclati a dovere”, ha osservato Dianna Cohen, ceo di Plastic pollution coalition.
La pulizia degli oceani dalla plastica deve iniziare dalle coste e non dalle isole di plastica come la “Great Pacific garbage patch“, la mega-area di spazzatura nel Pacifico, una delle cinque maggiori al mondo. A suggerirlo è uno studio dell’Imperial College di Londra.

I ricercatori hanno preso in esame l’impatto del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini e sulle specie che li abitano, concludendo che entro il 2050 si rischia un’estinzione di massa.
E’ stato osservato che le catene alimentari degli oceani di tutto il mondo sono a rischio crollo a causa delle emissioni di gas serra, della pesca intensiva e dell’inquinamento localizzato.
Un ecosistema compromesso dai rifiuti che colpisce i pesci come gli uccelli senza risparmiare, naturalmente, l’uomo.

Da uno studio del CENSIS l’Italia è il Paese europeo con il più elevato consumo pro-capite di acqua in bottiglia di plastica, e addirittura il secondo su scala globale dopo il Messico, un dato disastroso dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Tutti noi abbiamo il potere di fare qualcosa per ridurre la quantità di plastica che utilizziamo ogni giorno, iniziando innanzitutto a consumare meno acqua minerale e purificare quella del rubinetto delle nostre case; ognuno dovrebbe inserire dei purificatori sotto i lavelli per rendere l’acqua pura e soprattutto sana. Con ciò ne gioverebbe l’ambiente e la nostra salute.
FONTI
tg24
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